Gambatesa
è un paese di circa 1500 abitanti a 34 km da Cb e si trova ai confini tra i rilievi montuosi del Molise e
l’altopiano del Tavoliere delle Puglie. Protagonisti della sua storia
furono prima i Sanniti e poi i Romani che realizzarono in quella zona
molte vie di comunicazione utilizzate per secoli. Ne costituisce esempio
eccellente la rete dei tratturi, che permetteva lo spostamento di greggi e
mandrie dall’Alto Molise e dall’Abruzzo alla Puglia e ogni anno veniva percorsa
stagionalmente dai pastori. Gambatesa
nasconde un grande capolavoro che è descritto nei libri di arte di tutto il
mondo ma purtroppo quasi sconosciuto in Italia: si tratta del Castello
medioevale, costruito dal ricco e
potente Riccardo di Pietravalle, detto
“Gambatesa”, guerriero valoroso,
(nonostante il difetto fisico alla gamba) che diede nome al feudo verso la metà del XII secolo.
Inizialmente vi era solo una torre di avvistamento e di difesa ma venne poi
realizzato un ampliamento finché
la struttura medievale del Castello
diventò, nel 1484, dimora rinascimentale quando passò alla famiglia Di Capua.
All’interno vi è un tesoro straordinario: le pareti sono adornate di affreschi di una bellezza stravolgente, realizzati nel 1550 da un pittore poco noto, Donato di Cupertino che operava sotto Vincenzo di Capua, duca di Termoli; i dipinti furono scoperti per caso solo qualche decennio fa quando il bellissimo castello, fino ad allora incustodito e nel quale i ladri avevano fatto razzia del preziosissimo arredamento, fu acquistato dallo Stato per pochi milioni. Sotto l’intonaco, che per secoli aveva coperto le pareti, apparvero affrescate scene mitologiche (per esempio “Il Ratto d’Europa”) e allegoriche (per esempio le virtù cardinali), pergolati di fiori e frutti, paesaggi e personaggi della storia antica, architetture ispirate al Manierismo della Roma del 1500. Il pittore si richiama agli affreschi monumentali e agli effetti plastici di Michelangelo e alle opere di Vasari che in quegli anni decorava Roma (Palazzo delle Cancelleria). La singolarità di questo ciclo di affreschi consiste proprio nei rapporti con la contemporanea pittura romana in un momento in cui il Molise, da molto tempo assoggettato al Regno di Napoli, sentiva fortemente l’influenza della produzione artistica di quella città. I magnifici affreschi scoperti fecero il giro del mondo suscitando sorpresa e ammirazione: arrivarono a Gambatesa studiosi e appassionati per ammirare le grandiose decorazioni del Castello, trionfanti e bellissime nel loro sanguigno realismo.
Il Castello “Di Capua” di Gambatesa è sempre visitabile: ogni molisano non dovrebbe non conoscerlo perché è una ricchezza della nostra regione, un vero gioiello prezioso.
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