Il gioiello verde della città: Villa de Capoa
di Rossella De Rosa
La Villa de Capoa, con i suoi sedicimila metri quadri di ampiezza, è uno dei luoghi più incantevoli della nostra Campobasso. La zona è quella dove una volta si trovava il monastero di Santa Maria delle Grazie, fondato nel 1510 da Andrea de Capoa, conte di Campobasso e Montagano. Dall’ “Apprezzo della Terra di Campobasso” del 1688 risulta che qui vi era, oltre che una scuola teologica, un’ aromatoria, una speziaria e due giardini, un vero e proprio orto botanico. Successivamente il luogo venne acquistato da privati: prima la famiglia Salottolo, poi i de Capoa. Nel 1875 la Villa fu donata dalla Contessa Marianna de Capoa all’orfanatrofio femminile omonimo e negli anni ’30 venne espropriata e acquistata dal Comune di Campobasso per duecentomila lire: in quell’occasione fu realizzato un ampliamento e l’ingresso principale fu aperto sull’attuale Piazza Savoia (ex Piazza Amedeo). Il nome che le venne dato fu Villa del Littorio ma tutti l’hanno sempre chiamata Villa de Capoa. Lo stile neoclassico-romantico si evince dai sedili marmorei, dalle statue, dagli archi in pietra e da come sono disposti le piante e i romantici vialetti delimitati da buxus (o mortella) di forma rettangolare. Al centro del viale di ingresso vi è la statua di Bacco ma molto interessante è un artistico e rinascimentale sarcofago in marmo con scritta latina incisa riportante anche il nome di chi vi giace: un certo Ricciardi Rota, militare.Tra le specie vegetali presenti, alcune pregiate per rarità, vetustà e dimensioni, si ricordano sequoie, alberi di Giuda, cedri del Libano, tigli profumatissimi, ippocastani, abeti rossi, cipressi, olmi, sefore... Dopo i danni della nevicata del 2015, domenica 3 Maggio 2105 Villa de Capoa è stata restituita ai Campobassani nel suo antico splendore di gioiello verde che racchiude un pezzo di storia della città e costituisce un legame con il passato che va tramandato a chi verrà dopo di noi.
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